Associazione Tartufai "Il Perugino"
Riportiamo integralmente una lettera del Presidente della F.N.A.T.I.
LA LIBERA RICERCA DEL TARTUFO NON SI TOCCA!
Ci riferiscono dalla Commissione Europea Petizioni, in merito alla Petizione 8123/15/TAXU, ancora oggetto di dibattimento, che “L’eurodeputato Cirio (ex Consigliere Comunale di Alba) afferma che se l’Europa riconosce il tartufo come prodotto agricolo, in Italia non può essere diversamente, ovvero non può essere ancora “res nullius”. Dunque suggerisce, come successe con l’IVA, che poi venne aggiustata, di scrivere anche in quest
o caso all’Italia informandola dell’anomalia al fine di correggerla”. (dibattito svolto il 28 novembre 2017 al Peti ma pare vi saranno ancora sviluppi).
In sostanza sembra che l’eurodeputato Cirio, nel tentativo di abbassare ancora l’Iva sul tartufo in Italia, oggi al 10%, avrebbe suggerito alla Comunità Europea la soppressione dello stato “di res nullius” per il tartufo italiano, ovvero la soppressione della attuale libera ricerca del tartufo spontaneo.
Nel caso questa fosse la richiesta esplicita dell’Onorevole è una richiesta che sbalordisce per l’incuranza della storia e della realtà peculiare del nostro Paese, oltre che delle sentenze della Corte Costituzionale che sanciscono il ruolo sociale del bosco. Una richiesta del tutto incurante della cultura del tartufo e di tutti gli aspetti economici conseguenti, tenuto conto che il 100% del rifornimento della filiera del tartufo bianco pregiato proviene da tartufo spontaneo, tartufo cercato e cavato dai tartufai in libera ricerca!
Stupisce la superficialità con cui si perseguono gli interessi di talune categorie economiche prendendo scorciatoie che, anziché riformare l’intero settore del tartufo in Italia, possono solo sommare danni ai danni già esistenti.
Ricordiamoci che la petizione, ed il successivo Eu pilot, da cui è derivata la modifica del comma 109, hanno prodotto una normativa fiscale ingestibile che, di fatto, ha bloccato e danneggiato tutto il sistema “TARTUFO” italiano.
I cavatori, per il tramite di FNATI, hanno dimostrato di voler migliorare la tracciabilità del prodotto, di voler rendere più trasparente il mercato, di accettare un carico fiscale equo a basso livello di burocrazia, di avere a cuore il tartufo italiano, collaborando fattivamente con tutte, ma proprio tutte, le categorie economiche ed istituzionali che condividono questi obiettivi.
Ma è chiaro che il patrimonio culturale ambientale e giuridico, tutto italiano, della libera ricerca non può essere messo in discussione!
Lo difenderemo quindi, in ogni modo e con tutti i mezzi a nostra disposizione, costretti da altri e nostro malgrado, ad intraprendere battaglie, quando invece il settore ha soltanto bisogno di soluzioni semplici ed al passo con i tempi perché possa funzionare al meglio per tutti.
Al prossimo dibattimento Peti a Bruxelles FNATI ci sarà!
Laura Giannetti
(Presidente F.N.A.T.I)