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Rassegna stampa - le ultime notizie

 

Le ultime notizie!

In allegato al presente, un articolo del Giornale dell'Umbria di lunedì 24 Agosto 2009 in cui si denunciano furti di esemplari di cani da tartufo, pointer, bracchi che alimenterebbero gli affari di un mercato parallelo.

Il WWF richiede a gran voce di potenziare il sistema dei microchip.

Allegati:
Scarica questo file (furtidicani.jpg)Articolo tratto dal \\\"Giornale dell\\\'Umbria\\\" del 24.08.2009[I cani vanno a ruba, business da capogiro!]359 kB
Scarica questo file (furtidicani.jpg)Articolo tratto dal \\\"Giornale dell\\\'Umbria\\\" del 24.08.2009[I cani vanno a ruba, business da capogiro!]359 kB

In allegato a questo articolo è stato inserito il calendario per la raccolta tartufi suddiviso per tipologie Chiaro e Scuro e con le varianti per tipologia.

Allegati:
Scarica questo file (Calendario_raccolta.pdf)Calendario Raccolta[formato pdf]25 kB

tartufo bianco

Al tartufo gli italiani dovrebbero fare un "monumento" per meriti ambientali, perché grazie al prezioso tubero che si sta' rimboscando mezza Italia. Un tartufo, dal punto di vista botanico, è un fungo, del genere Tuber.

A differenza dei funghi epigei che, a un certo punto della loro vita, fanno capolino sopra terra, i tartufi sono funghi ipogei, vale a dire che vivono sempre sotto terra.

Al pari di tutti i funghi, il tartufo ha un ciclo biologico caratteristico, diverso da quello delle piante superiori.

Tre, in sintesi, sono i momenti principali di questo ciclo: la crescita del micelio, la fitta rete di filamenti dallo sviluppo molto esteso; la formazione del «corpo fruttifero», quello che noi chiamiamo tartufo; l'emissione di spore deputate alla riproduzione e alla formazione di altri miceli. Solo quando le spore sono mature, il tartufo emana un profumo intensissimo, quello che ci avverte che è pronto per essere estratto dal terreno.

In natura, le spore, dotate di una robusta parete, vengono disperse dai lombrichi e da altri animali terricoli che si cibano dei tartufi e poi le evacuano intatte.

La vita del micelio, e quindi la formazione del tartufo, non può prescindere dalla presenza degli alberi. Le ife (i filamenti) che lo compongono intessono rapporti strettissimi con le radici di roverelle, carpini, noccioli, tigli, ma anche di pioppi, salici, cisti e pini.

Il micelio aiuta le piante nella ricerca di acqua e sali minerali; le piante forniscono sostanze che il fungo ipogeo, non dotato di clorofilla, non è in grado di sintetizzare.

Prova tangibile di questo felice connubio tra le ife e i peli radicali è la presenza nel terreno di minuscole formazioni dette "micorrize".

Il Tartufaio

tartufaioIl tartufaio è il cercatore di tartufi, il quale, con l'ausilio del cane e munito dell'apposito vanghetta per l'escavazione del prestigioso tubero, perlustra con pazienza, nei mesi autunnali e invernali, le tartufaie, che posso essere di differenti dimensioni potendo comprendere una sola pianta ed essere estese all'intero bosco, alla ricerca del tartufo sia esso bianco o nero.

Il suo "lavoro" è estremamente faticoso, dovendosi svegliare molte ore prima dell'alba e camminare per sei - otto ore per boschi e fondo valli col freddo, la nebbia, la pioggia.

La sua abilità consiste nella quantità di tartufaie che riesce a individuare e nello stesso tempo mantenerle segrete, come un patrimonio di famiglia, la cui conoscenza viene tramandata di padre in figlio.

Ecco, quindi che il tartufaio effettua la sua ricerca al mattino presto, per evitare che gli altri scoprano i suoi segreti, per far perdere le proprie tracce adotta vari espedienti, evita di accedere alla zona di ricerca usando sempre lo stesso itinerario per evitare che si formi un piccolo sentiero ben riconoscibile da altri tartufai.

Altro espediente per il tartufaio: evita sempre di mostrare le quantità raccolte per non destare curiosità, pio non venderà mai un suo cane addestrato nella sua zona, onde evitare che la bestia conduca il nuovo padrone nelle zone di ricerca del vecchio proprietario.

I cercatori più abili tolgono la prima zolla del terreno in un unico blocco, per ricollocarla al termine della escavazione nello stesso punto, senza che si possa riconoscere la minima traccia di scavo, ricomponendo perfino il manto erboso evitando di lasciare alcun segno della sosta.

Alcuni tartufai tengono un calendario dove annotare il luogo ed il momento nel quale hanno trovato i tartufi, in modo da ritornarvi l'anno successivo nello stesso periodo: segnando inoltre dove cercare a seconda delle diverse condizioni climatiche, sapendo che la prima pioggia essi nascono in certe zone piuttosto che in altre.

Durante la ricerca incita l'animale a bassa voce, evitando di farsi udire da potenziali concorrenti.cestonero

Individuata l'esatta posizione del tartufo il cane comincia a scavare, fermandosi ogni tanto per rimettere poi il naso nella buca.

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